Il gambero d’acqua dolce ha un ruolo chiave nel mantenimento dell’equilibrio degli ecosistemi acquatici, essendo in grado di influenzare la densità e la distribuzione degli altri organismi, attraverso il suo comportamento onnivoro e bioturbatore (rielabora terreni e sedimenti), oltre a rappresentare una fonte alimentare importante per pesci, uccelli e mammiferi. Questi crostacei costituiscono inoltre da sempre una risorsa alimentare importante per le economie locali di molti Paesi in tutto il mondo.
L’importanza del gambero di acqua dolce
Il Gambero autoctono Austropotamobius pallipes
Chi è
Sistematica
Phylum: Arthropoda
Subphylum: Crustacea
Classe: Malacostraca
Ordine: Decapoda
Famiglia: Astacidae
Genere: Austropotamobius
Specie: Austropotamobius pallipes
Austropotamobius pallipes, detto anche “gambero dalle zampe bianche” ha un aspetto piuttosto robusto, può raggiungere e superare i 12-13 cm di lunghezza dalla punta del rostro al telson (anche se nella maggior parte dei casi non supera i 10 cm) ed un peso di 90 grammi. La colorazione del corpo può essere bruna, bruno-giallastra o bruno-verdastra sul dorso e sui fianchi, mentre ventre e arti sono biancastri. Le chele hanno un margine interno irregolare e la parte ventrale di colore bianco
Delle dieci appendici, organizzate in cinque paia, il primo paio è costituito da due grosse chele atte all’offesa e alla difesa, le due paia seguenti terminano con delle piccole chele atte a portare il cibo alla bocca, mentre le ultime due paia invece terminano con una struttura appuntita, detta dattilopodite, fungendo prevalentemente da appendici di spostamento.
Il corpo del gambero di acqua dolce, Austropotamobius pallipes, presenta uno scheletro esterno (o esoscheletro) costituito da chitina, una sostanza proteica che conferisce al rivestimento membranoso consistenza cornea. La presenza di un esoscheletro sclerificato fornisce protezione agli organi interni, sostegno oltre ad agevolare la locomozione dell’animale, ma non consente il suo accrescimento. Pertanto i gamberi per crescere devono liberarsi del vecchio carapace e formare un nuovo rivestimento, tale fenomeno è detto muta o ecdisi ed è regolato ormonalmente. La crescita corporea è limitata ai brevi periodi in cui esso è abbastanza molle da espandersi, ovvero nel periodo immediatamente successivo alla muta
Dove vive
Austropotamobius pallipes è diffuso in tutta la porzione occidentale del continente europeo, incluse la Gran Bretagna e l’Irlanda. È assente in Scandinavia e nei Balcani meridionali. In Italia la specie è presente lungo tutta la penisola, è segnalato in Sardegna mentre risulta assente in Sicilia.
Il gambero di fiume, A. pallipes, è la specie autoctona più diffusa in Italia
Habitat
L’habitat naturale del gambero di fiume è rappresentato da corsi d’acqua con acqua corrente e limpida, con fondali coperti da ciottoli o limo. Sugli argini, le radici di alberi e arbusti, più o meno grandi e fitti, si spingono in acqua e formano intrecci che i gamberi utilizzano come ripari. Austropotamobius pallipes popola preferenzialmente le acque poco profonde (circa 1 metro) e non troppo soggette a correnti, con rive ombreggiate, il cui terreno argilloso o calcareo presenti possibilmente buche o tane dove trovare ricovero. L’habitat tipico è costituito da piccoli torrenti collinari a corso lento, ma anche i laghi, naturali o fiumi artificiali, qualora ricevessero un ininterrotto apporto di acque fresche da fiumi immissari, possono venire colonizzati dai gamberi.
Cosa mangia
L’alimentazione è praticamente onnivora (come per tutti gli altri gamberi d’acqua dolce), anche se viene preferita una dieta carnivora; il gambero d’acqua dolce è in grado di nutrirsi di: insetti, anfibi, molluschi, crostacei o pesci di piccole dimensioni, animali morti e detriti vegetali di vario genere. Il gambero, sembra preferire materiale organico fresco, piuttosto che consumare quello già in via di decomposizione. La dieta è prevalentemente carnivora nei soggetti più giovani, mentre da adulti è più frequente il consumo di detriti vegetali, come steli e foglie di piante o alghe filamentose e persino frutti caduti in acqua.
Le minacce
Lo stato dei gamberi d’acqua dolce autoctoni in Italia appare gravemente compromesso a causa del moltiplicarsi delle minacce alla loro sopravvivenza, in gran parte associate alla crescente antropizzazione dei sistemi idrografici nelle sue svariate forme verificatasi negli ultimi 60 anni.
Alla fine del XIX secolo, lo stato dei gamberi d’acqua dolce in Italia risultava già gravemente compromesso. Dal 1999 al 2009 è stato documentato un declino del 74% in Italia 1999 .
Le cause della sua rarefazione sono molteplici e principalmente legate alle attività antropiche: opere di drenaggio e canalizzazioni; trasformazione di alcuni fiumi in canali navigabili; sbarramenti dei corsi d’acqua (dighe, chiuse, ecc.); prelievi eccessivi e sprechi di acqua per uso industriale, agricolo e civile; scarichi di acque calde legate alla produzione di energia elettrica; scarichi industriali e urbani; siccità, bracconaggio, semine ittiche, acidificazione delle acque; e immissione deliberata o accidentale di specie alloctone con il loro carico parassitario.